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Zen, 9969 caratteri, versione 1.1
LA VIA DELL’EQUILIBRIO di Leonardo Boselli
Il cronometro ha iniziato il conto alla rovescia. I lunghi istanti dedicati alla concentrazione sono stati annullati in un attimo, quando il cuore ha cominciato a battere in modo frenetico. Mi alzo e prendo fiato. Sistemo la faretra sul fianco destro, raccolgo l'arco dal sostegno e mi dirigo con calma verso la riga bianca. Piazzo i piedi ben saldi, paralleli alla linea. Da lì posso vedere a pochi passi di distanza l'avversario che mi gira la schiena, lo vedo scrollare le spalle e ruotare la testa per rilassare i muscoli del collo, poi alza il braccio sinistro impugnando l'arco. A mia volta dirigo lo sguardo a sinistra. Laggiù, ad alcune decine di metri, è collocato il paglione con il bersaglio; poche decine di metri che, al termine del pomeriggio, sembrano ormai chilometri. Quel disco giallo all'interno della corona rossa, quello è il mio obbiettivo. Quante volte l'ho inquadrato attraverso il mirino e la freccia, appena scagliata, lo ha raggiunto, come guidata da un filo invisibile. Ora però non importa più ciò che è accaduto in passato: resta solo quell'ultima serie di tiri e tutto sarà deciso. Le frecce vengono lanciate una dopo l'altra e c'è chi segue la loro traiettoria con il binocolo e ne determina l'esito. L'avversario ha tirato con calma e regolarità. I suoi movimenti hanno ripetuto con precisione maniacale un rigido rituale, quasi che quei tiri, indistinguibili gli uni dagli altri, non fossero che un unico, preciso, inesorabile lancio contro il bersaglio. L'errore che aspettavo, e desideravo ardentemente, non c'è stato. Quest'ultimo mio tiro dev'essere perfetto: la vittoria richiede dieci punti, non uno di meno. Il mio bersaglio deve essere il disco giallo all'interno della corona gialla, racchiusa dalla coppia di corone rosse. Basta anche solo intaccare il bordo di quel cerchio, ma bisogna riuscirci: nove punti servono solo a prolungare l'agonia. Avevo cercato di dimenticare per mesi, lunghi e dolorosi, ciò che accadde quattro anni fa. C'ero riuscito, lo avevo rimosso. Ora però lo ricordo perfettamente. Il mio vantaggio era consistente, gli avversari avevano rimontato nelle ultime serie, ma sarebbe stato sufficiente inviare un'ultima freccia all'interno delle circonferenze blu per vincere l'oro. Ricordo quella finale, ma non l'esecuzione dell'ultimo tiro, vedo solo quella frec...Read the whole post...
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