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| “Il primo marito” di Jackie de Ripper
1. Otto anni, erano passati otto lunghi anni, ma Michael aveva sempre lo stesso aspetto trasandato. Certo, era anche un po’ invecchiato, tuttavia la barba ingrigita e la calvizie ormai conclamata non lo rendevano meno interessante: i suoi occhi azzurri, penetranti, avevano ancora l’intensità d’un tempo e il vetro che ci divideva non ne attenuava la luminosità. Presi l’interfono, lo appoggiai all’orecchio e attesi senza parlare. — Ciao Jackie, — disse Michael, — come stai? Quella domanda! Dopo avermi fissato a lungo e aver preso il ricevitore era riuscito a formulare solo quella frase banale, con il tono d’un amico col quale hai bevuto al pub la sera prima. Non risposi. Aspettai che dicesse qualcos’altro e il mio silenzio sembrò imbarazzarlo. — Lo so, — continuò, — è passato molto tempo... — Otto anni. — Sì, otto, — aggiunse sorridendo, — ma sei sempre bellissima. Era tipico di Michael. Cercava ancora d’aggiustare le cose con un complimento e un sorriso sulle labbra. — Non attacca più. È finita. Il suo sguardo tradì un’insicurezza che non gli era propria. — Jackie, hai ragione, tra di noi non ci sono mai state menzogne e... — Non da parte mia. Michael smise di parlare e scostò il ricevitore dall’orecchio. Continuava a fissarmi come se cercasse nei miei occhi le parole giuste. — No, non da parte tua. Però, ti prego, — riprese con più convinzione, — non interrompermi. È molto difficile per me. Ma forse tu immagini già perché sono qui. Non risposi. La mia durezza sembrò ferirlo e se lo sarebbe meritato. Osservai i suoi occhi: li trovai circondati da rughe che non conoscevo; quindi scesi lungo il profilo del naso fino alla bocca, alle labbra che mi avevano regalato tanti baci appassionati e di cui adesso restava soltanto un pallido ricordo. Posai lo sguardo sul suo pugno destro che reggeva la cornetta del ricevitore; era forte e mostrava i calli sulle nocche che gli davano da vivere. Non avevo mai capito come potesse accarezzarmi con dolcezza e farmi sentire desiderata con quelle mani così ruvide: era una contraddizione che mi aveva tenuta legata a lui anche in momenti difficili. Michael sembrò frugare nei suoi ricordi per trovare un appiglio che potesse ravvivare quella conversazione. La sua mano fu percorsa da un fremito; forse avrebbe cercato d’accarezzarmi se il vetro non gliel’avesse impedito. — Jackie, sono un verme. Non sai quanto mi è costato venire fin qui, ma sono in grossi pasticci... solo tu puoi aiutarmi. Lo fissai con uno sguardo interrogativo e lui trovò il coraggio di spiegarsi. — Sono sulla lista nera del “Macellaio”, — rivelò con un filo di voce.
2. Avevo conosciuto il Macellaio tanto tempo fa, ancora prima che Michael entrasse di prepotenza nella mia vita. Non era davvero un macellaio, anche se alcuni suoi atteggiamenti potevano farlo pensar...Read the whole post...
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