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Fantamito, 39888 caratteri, versione 1.3
L’ULTIMA ODISSEA di Leonardo Boselli
Al termine del banchetto il re colmò di vino la sua coppa e quella della sua sposa, poi chiamò il cantore che fino a quel momento si era limitato a mangiare e bere. «Femio, quale racconto hai in serbo per noi?» I commensali che stavano conversando fecero silenzio e l’aedo raccolse il suo strumento. «Mio signore, la storia di questa sera narra di un re. Ti sembrerà di averla già udita, ma non è così. Si tratta d’una vicenda che si intreccia con altre, una delle tante storie più o meno veritiere, utili per trascorrere il tempo e passare in compagnia le noiose sere d’inverno. Ciò non significa che non possa allietare lo spirito o rattristare l’anima, ma è comunque solo la storia di un re, una tra le tante». Detto questo, iniziò a sfiorare dolcemente la sua cetra.
I rematori vogavano con foga e la nave lasciava dietro di sé una candida scia. Alla loro destra si innalzavano i dirupi rocciosi della costa iberica; a sinistra si scorgevano in lontananza le alte montagne d’Atlante sfumate dalla foschia; di fronte, invece, si poteva ammirare una distesa d’acqua sconfinata: il mare Oceano. Astore, il nocchiero, regolava il ritmo di voga seduto sul primo banco, mentre Ulisse, l’astuto stratega, scrutava l’orizzonte in silenzio, in piedi sulla prua. Dopo aver fissato con attenzione la linea indistinta tra il cielo e l’Oceano, il re di Itaca si voltò e guardò oltre la poppa, nell’azzurro intenso del mare conosciuto; lo osservò a lungo, come se volesse imprimere nella sua memoria quelle onde familiari che in passato gli avevano strappato tanti compagni d’armi. A un tratto un’umida folata di vento gli carezzò la barba ormai ingrigita e sollevò dalle sue spalle la folta capigliatura: era il respiro dell’Oceano, la spinta potente che li avrebbe condotti al largo, verso l’orizzonte da cui nessuno era mai tornato. A un cenno di Ulisse, Astore sollevò il suo remo in verticale e il resto dell’equipaggio ne seguì l’esempio. Li ritirarono negli alloggiamenti e venne sciolta la vela. La tela, su cui era dipinto il volto di Atena, si srotolò per tutta la sua lunghezza e si gonfiò per il forte vento. In quell’istante le sartie che reggevano l’albero maestro si tesero e il fasciame scricchiolò minaccioso, ma presto la ch...Read the whole post...
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