Cronache dal Multiverso
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Cronache dal Multiverso

B_NORM    
view post Posted on 16/4/2011, 08:00 by: TETRACTYSReply
 

Fantamito, 39880 caratteri, versione 2.0


L’ULTIMA ODISSEA
di
Leonardo Boselli

prologo ed epilogo
di Luigi Bonaro



     Quando il banchetto fu portato a compimento, il re colmò di vino la sua coppa e quella della sua sposa, poi convocò a sé il cantore che sino a quell’istante avea solo preso piacere in copiose abbuffate, ebbro di abbondanti libagioni.

     «Femio, quale racconto hai in serbo per noi?»

     I commensali stavano discorrendo ma si tacquero allorché l’aedo raccolse il suo strumento.

     «Mio signore, la storia di questa sera narra di un re.
     Ti sembrerà di averla già ascoltata siffatta epopea; ma l’udito non ti sia fallace.
     Trattasi di una vicenda che si tesse con altre, delle tante leggende in parte o assai veritiere,
     provvida a far scorrere il tempo in compagnia e a rallegrare i cuori nelle gelide e tediose sere.
     Ciò non significa che non possa allietare lo spirito o rattristare l’anima; invero, è la storia di un re, una delle tante»

     E iniziò, toccando dolcemente la sua cetra.


     I rematori vogavano con foga e la nave lasciava dietro di sé una candida scia. Alla loro destra si innalzavano i dirupi rocciosi della costa iberica; a sinistra si scorgevano in lontananza le alte montagne d’Atlante sfumate dalla foschia; di fronte, invece, si poteva ammirare una distesa d’acqua sconfinata: il mare Oceano.
     Astore, il nocchiero, regolava il ritmo di voga seduto sul primo banco, mentre Ulisse, l’astuto stratega, scrutava l’orizzonte in silenzio, in piedi sulla prua. Dopo aver fissato con attenzione la linea indistinta tra il cielo e l’Oceano, il re di Itaca si voltò e guardò oltre la poppa, nell’azzurro intenso del mare conosciuto; lo osservò a lungo, come se volesse imprimere nella sua memoria quelle onde familiari che in passato gli avevano strappato tanti compagni d’armi.
     A un tratto un’umida folata di vento gli carezzò la barba ormai ingrigita e sollevò dalle sue spalle la folta capigliatura: era il respiro dell’Oceano, la spinta potente che li avrebbe condotti al largo, verso l’orizzonte da cui nessuno era mai tornato.
     A un cenno di Ulisse, Astore sollevò il suo remo in verticale e il resto dell’equipaggio ne seguì l’esemp...

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fantamito,
racconti
Comments: 3 | Views: 166Last Post by: Luigi Bonaro (5/5/2011, 09:43)
 

B_NORM    
view post Posted on 31/3/2011, 12:07 by: TETRACTYSReply
 

Fantamito, 39888 caratteri, versione 1.3


L’ULTIMA ODISSEA
di
Leonardo Boselli



     Al termine del banchetto il re colmò di vino la sua coppa e quella della sua sposa, poi chiamò il cantore che fino a quel momento si era limitato a mangiare e bere.
     «Femio, quale racconto hai in serbo per noi?»
     I commensali che stavano conversando fecero silenzio e l’aedo raccolse il suo strumento.
     «Mio signore, la storia di questa sera narra di un re. Ti sembrerà di averla già udita, ma non è così. Si tratta d’una vicenda che si intreccia con altre, una delle tante storie più o meno veritiere, utili per trascorrere il tempo e passare in compagnia le noiose sere d’inverno. Ciò non significa che non possa allietare lo spirito o rattristare l’anima, ma è comunque solo la storia di un re, una tra le tante».
     Detto questo, iniziò a sfiorare dolcemente la sua cetra.


     I rematori vogavano con foga e la nave lasciava dietro di sé una candida scia. Alla loro destra si innalzavano i dirupi rocciosi della costa iberica; a sinistra si scorgevano in lontananza le alte montagne d’Atlante sfumate dalla foschia; di fronte, invece, si poteva ammirare una distesa d’acqua sconfinata: il mare Oceano.
     Astore, il nocchiero, regolava il ritmo di voga seduto sul primo banco, mentre Ulisse, l’astuto stratega, scrutava l’orizzonte in silenzio, in piedi sulla prua. Dopo aver fissato con attenzione la linea indistinta tra il cielo e l’Oceano, il re di Itaca si voltò e guardò oltre la poppa, nell’azzurro intenso del mare conosciuto; lo osservò a lungo, come se volesse imprimere nella sua memoria quelle onde familiari che in passato gli avevano strappato tanti compagni d’armi.
     A un tratto un’umida folata di vento gli carezzò la barba ormai ingrigita e sollevò dalle sue spalle la folta capigliatura: era il respiro dell’Oceano, la spinta potente che li avrebbe condotti al largo, verso l’orizzonte da cui nessuno era mai tornato.
     A un cenno di Ulisse, Astore sollevò il suo remo in verticale e il resto dell’equipaggio ne seguì l’esempio. Li ritirarono negli alloggiamenti e venne sciolta la vela. La tela, su cui era dipinto il volto di Atena, si srotolò per tutta la sua lunghezza e si gonfiò per il forte vento. In quell’istante le sartie che reggevano l’albero maestro si tesero e il fasciame scricchiolò minaccioso, ma presto la ch...

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Comments: 0 | Views: 75Last Post by: TETRACTYS (31/3/2011, 12:07)
 

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