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Zen, 9004 caratteri, versione 3.0
IO RINASCERÒ di Leonardo Boselli
Arrancava, un passo dopo l’altro, tra gli scheletri degli alberi, tormentato dal vento che soffiava a raffiche e sollevava gelidi mulinelli di neve. I lupi che lo inseguivano da ore non si preoccupavano più di rimanere sottovento; il loro odore si intensificava: lo poteva percepire con chiarezza, acre e selvatico, nell’aria resa pura dal freddo. Aveva perso molto sangue. I movimenti si erano fatti lenti e ogni passo che affondava nella neve gli provocava forti dolori. Si guardò intorno. Mentre scrutava fra cespugli spogli e tronchi in letargo, all’improvviso si delinearono, nella penombra del crepuscolo, le sagome di un branco di lupi che ansimavano fiutando le tracce. Nella semioscurità, i loro occhi fiammeggiavano famelici. Spaventato, spiccò un salto, ma fu subito artigliato dalla morsa gelata della neve fresca. Dopo alcuni tentativi, disperò di riuscire a liberarsi.
Il fuoristrada s’inerpicava con rapidità lungo la strada di montagna. Il sergente Wang, un veterano di grande esperienza, si divertiva a scalare le marce e ad affrontare con decisione ogni tornante di quell’interminabile salita, mentre il tenente Xian, un giovane ufficiale di prima nomina, sentiva crescere dentro di sé un forte senso di nausea. «Ci vuole ancora molto?» chiese preoccupato. «No, signor tenente, ormai siamo arrivati». I boschi della regione erano piuttosto fitti, ma a tratti si aprivano ampie radure illuminate dal sole. Era il luogo ideale per nascondersi e il fuggitivo che stavano inseguendo lo sapeva bene. Dopo un’ultima serie di curve, il sergente arrestò il veicolo lungo il ciglio della strada, accanto a un cartello che indicava la distanza dal confine di stato, e disse: «Ecco, l’elicottero lo ha perso in questo punto». Il tenente ne approfittò per scendere e si ritrovò a un passo dal precipizio. Il senso di vertigine che provò nel vedere la parete a picco sotto di sé gli prese lo stomaco; con un paio di conati, si liberò della colazione del mattino. «È una vista che toglie il fiato, non è vero?» commentò divertito il sergente, poi estrasse il suo fucile di precisione dal bagagliaio e se lo mise a tracolla. Il tenente respirò ampie boccate d’aria pura. Dopo aver rifiatato, prese a sua volta un fucile e seguì il sottuffi...Read the whole post...
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