Cronache dal Multiverso
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Cronache dal Multiverso have:
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Most users ever online was 33 on 22/10/2012, 00:51


Il presente blog non costituisce testata giornalistica, non ha carattere periodico, essendo aggiornato in relazione alla disponibilità e alla reperibilità dei materiali e a totale discrezione dei singoli collaboratori. Pertanto, non può essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale, ai sensi della Legge n. 62 del 7-03-2001. Le immagini pubblicate su questo sito, salvo diversa indicazione, sono copyright dei legittimi autori.

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Cronache dal Multiverso

B_NORM    
view post Posted on 30/8/2012, 06:13 by: TETRACTYSReply
 

Thriller, 2485 caratteri, versione 1.0


LO SCOOP
di
Leonardo Boselli



    «Ci siamo, capo! Questa è davvero grossa!»
    Il direttore sollevò la testa dalle bozze che stava correggendo e squadrò il giovane cronista attraverso le spesse lenti che portava sul naso.
    «Non si usa più bussare? Chiudi la porta, siediti e comincia dall'inizio».
    Il ragazzo si guardò alle spalle e si accorse che tutta la redazione lo stava fissando. Chiuse la porta a vetri e cercò di calmarsi.
    «Un altro scoop, Mike? O il solito buco nell'acqua?»
    «Questa volta ho fatto centro, capo!»
    «Di che si tratta?»
    «Di CHI si tratta! Del governatore Hunter, e queste fotografie sono da prima pagina», disse il ragazzo sbattendo una cartellina sul tavolo.

*    *    *

     «Ma quello non è il governatore Hunter?»
    L'atrio del Casinò era zeppo di persone che entravano e uscivano. Il ragazzo aveva notato il politico che saliva le scale.
    «È lui in carne e ossa», rispose il parcheggiatore.
    «Viene qui spesso?»
    «Una volta al mese. Gli piace giocare a poker con qualche campione di tanto in tanto. Dice che non sarebbe un vero texano se non praticasse lo sport nazionale. Pare che lo renda simpatico ai ceti popolari».
    «Un'attività innocente e alla luce del sole».
    «Certo, però... Mike, sei sempre alla ricerca di una notizia da prima pagina?»
    «Sì, ci vorrebbe ben altro».
    «Senti», disse il parcheggiatore sottovoce, «fino a che punto arriveresti per lo scoop della vita?»

*    *    *

     «All in!»
    Il ragazzo spinse tutte le fiches che aveva davanti.
    «Deve avere una bella coppia di assi», disse il governatore, «oppure lei ha veramente un sangue freddo eccezionale».
    «C'è solo un modo per saperlo», rispose il giovane cronista, fissando l'avversario con i suoi intensi occhi azzurri.
    Hunter rifletté, ma non sembrava pensare al piatto, poi disse: «Lascio».
    Le due carte, che potevano essere assi, rimasero coperte.
    «Non posso sapere se ho fatto bene?», chi...

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corti,
thriller
Comments: 0 | Views: 67Last Post by: TETRACTYS (30/8/2012, 06:13)
 

B_NORM    
view post Posted on 1/9/2011, 02:20 by: TETRACTYSReply
 

Thriller, 39000 caratteri, versione 1.5


RITRATTO DI FAMIGLIA
di
Leonardo Boselli



     Il quartier generale della Gestapo a Parigi occupava un edificio in rue de Saussure. Una stanza per gli interrogatori si trovava al primo piano.
     Era pieno giorno, ma le finestre oscurate lasciavano filtrare all’interno solo pochi fasci di luce che disegnavano caroselli di polvere nell’aria. Una lampada appesa al soffitto e protetta da una gabbia metallica illuminava dall’alto una sedia inchiodata al pavimento, mentre lasciava il resto della stanza al buio.
     Su quella sedia era legato un uomo completamente nudo. Per quanto fosse robusto, un vero colosso, le cinghie di cuoio attorno agli avambracci, alle gambe e alla testa, gli impedivano qualsiasi movimento; poteva solo fissare con odio l’aguzzino che lo tormentava da ore.
     Nella stanza c’era anche un’altra persona oltre al torturatore, un uomo che si teneva alle sue spalle nell’oscurità: ne udiva solo le domande assillanti.
     «Perché vuoi soffrire ancora, Gerard?» disse la voce nell’ombra.
     Parlava in francese con un forte accento tedesco e lo aveva chiamato per nome sin dall’inizio, ostentando una confidenza fuori luogo.
     L’uomo continuò: «Tu sai perché ti tormento. Dimmi chi è veramente monsieur Schumann e tutto sarà finito».
     Il prigioniero non rispose, allora la voce abbandonò quel tono dall’apparenza gentile e, rivolta all’aguzzino, abbaiò un ordine in tedesco: «Continua, Günther!»
     Risuonarono alcuni passi e una pesante porta metallica si richiuse con violenza, poi nella stanza calò il silenzio.
     Il torturatore, un energumeno che indossava pantaloni e stivali d’ordinanza, ma non la giacca della divisa, si rimboccò le maniche della camicia schizzata di sangue e strinse saldamente nella mano destra un tirapugni di ferro. Quindi si mise lentamente a girare intorno alla sedia. Il prigioniero continuava a fissarlo con uno sguardo di sfida.

*    *    *

     Il kriminalinspektor della Gestapo Felix von Kleist entrò nel suo ufficio, si tolse la giacca, si sbottonò il colletto e i polsini della camicia, poi prese una brocca e versò dell’acqua in una bacinella sostenuta da un treppiede. Quel giorno non faceva caldo, ma l’ispettore soffriva di sbalzi di pressione, uno dei tanti acciacchi dell’età, e cercò di rinfrescarsi bag...

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racconti,
thriller
Comments: 0 | Views: 79Last Post by: TETRACTYS (1/9/2011, 02:20)
 

B_NORM    
view post Posted on 31/5/2011, 13:45 by: TETRACTYSReply
 

Thriller, 22122 caratteri, versione 3.0


GUSCI DI NOCE
di
Leonardo Boselli



     Mike D’Angelo stava rovistando nel frigo-bar della sua camera d’albergo con la foga di un cane che scava nella terra per recuperare un osso sepolto. Alla fine, senza aver cavato un ragno dal buco, strinse alla vita la cintura dell’accappatoio e sbottò deluso: «È possibile che non sia rimasta neppure una bottiglietta di whisky?»
     Andrew Piasecki, che era seduto con le gambe distese sul letto e la schiena appoggiata al cuscino contro la spalliera, rispose: «Stanotte mi sono svegliato con la gola secca».
     «Solo una puttana come te poteva bersi l’ultimo whisky di nascosto!» disse Mike, sbattendo con violenza lo sportello del frigo.
     «Come siamo permalosi» replicò Andrew, mentre continuava a limarsi le unghie con noncuranza. «Questa notte mi chiamavi con nomi molto più carini».
     Al ricordo della notte precedente, Mike addolcì il tono e si scusò: «Perdonami, amore, ho sete e sono nervoso per il lavoro di stasera. Non capita tutti i giorni la possibilità di potersi ritirare».
     «Ti capisco, e lo sai che non potrei mai tenerti il broncio. Per dimostrarti che ti ho perdonato, ti lascio usare il bagno per primo» disse Andrew sorridendo.
     Rassicurato, Mike si tolse l’accappatoio, entrò nel box-doccia e aprì il getto d’acqua.
     Andrew nel frattempo, posata la limetta sul comodino, si era alzato. Quindi aveva estratto una grossa valigia dall’armadio e l’aveva aperta sul letto. All’interno c’erano alcune armi da fuoco. Imbracciò un fucile a canne mozze e ne verificò il funzionamento facendo scorrere più volte il meccanismo di carica, poi impugnò una mitraglietta e mirò a se stesso attraverso lo specchio, infine prese una pistola automatica e ne controllò il caricatore.
     Soddisfatto dall’efficienza dell’arsenale, commentò: «È un peccato aver portato tutte queste armi e non poterle usare».
     «Come dici?» gridò Mike sotto la doccia.
     «Nulla», rispose Andrew alzando la voce, «piuttosto, dove hai messo la noce del Farmacista?»
     Il compagno chiuse il getto e uscì gocciolante dal bagno, mentre si avvolgeva un asciugamano attorno ai fianchi.
     «La noce? Pensavo che l’avessi presa tu!»
     «Era compito tuo ritirarla!»
     «Amore», disse Mike ridendo, «st...

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racconti,
thriller
Comments: 0 | Views: 68Last Post by: TETRACTYS (31/5/2011, 13:45)
 

B_NORM    
view post Posted on 28/5/2011, 00:12 by: TETRACTYSReply
 

Thriller, 24K caratteri, versione 2.0


GUSCI DI NOCE
di
Leonardo Boselli



     Mike D’Angelo stava rovistando nel frigo-bar della sua camera d’albergo con la foga di un cane che scava nella terra per recuperare un osso sepolto. Alla fine, senza aver cavato un ragno dal buco, strinse alla vita la cintura dell’accappatoio e sbottò deluso: «È possibile che non sia rimasta neppure una bottiglietta di whisky?»
     Andrew Piasecki, che era seduto con le gambe distese sul letto e la schiena appoggiata al cuscino contro la spalliera, rispose: «Stanotte mi sono svegliato con la gola secca».
     «Solo una puttana come te poteva bersi l’ultimo whisky di nascosto!» disse Mike, sbattendo con violenza lo sportello del frigo.
     «Come siamo permalosi!» replicò Andrew, mentre continuava a limarsi le unghie con noncuranza. «Questa notte mi chiamavi con nomi molto più carini».
     Al ricordo della notte precedente, Mike addolcì il tono e si scusò: «Perdonami, amore, ho sete e sono nervoso per il lavoro di stasera. Non capita tutti i giorni la possibilità di potersi ritirare».
     «Ti capisco, e lo sai che non potrei mai tenerti il broncio. Per dimostrarti che ti ho perdonato, ti lascio usare il bagno per primo» disse Andrew sorridendo.
     Rassicurato, Mike si tolse l’accappatoio, entrò nel box-doccia e aprì il getto d’acqua.
     Andrew nel frattempo, posata la limetta sul comodino, si era alzato, aveva estratto una grossa valigia dall’armadio e l’aveva aperta sul letto. Al suo interno c’erano alcune armi da fuoco. Imbracciò un fucile a canne mozze e ne verificò il funzionamento facendo scorrere più volte il meccanismo di carica, poi impugnò una mitraglietta e mirò a se stesso attraverso lo specchio, infine prese una pistola automatica e ne controllò il caricatore.
     Soddisfatto dall’efficienza dell’arsenale, commentò: «È un peccato aver portato tutte queste armi e non poterle usare».
     «Come dici?» gridò Mike sotto la doccia.
     «Nulla», rispose Andrew alzando la voce, «piuttosto, dove hai messo la noce del Farmacista?»
     Il compagno chiuse il getto e uscì gocciolante dal bagno, mentre si avvolgeva un asciugamano attorno ai fianchi.
     «La noce? Pensavo che l’avessi presa tu!»
     «Era compito tuo ritirarla!»
     «Amore», disse Mike ridendo, «s...

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racconti,
thriller
Comments: 0 | Views: 81Last Post by: TETRACTYS (28/5/2011, 00:12)
 

B_NORM    
view post Posted on 13/5/2011, 00:31 by: TETRACTYSReply
 

Thriller, 24K caratteri, versione 1.1


GUSCI DI NOCE
di
Leonardo Boselli



     Roma. Una bomba è esplosa alle 23 di ieri notte nel ristorante giapponese “Tokio’s Bay” a Trastevere. Due persone sono rimaste dilaniate a causa dello scoppio e non sono ancora state identificate. Si ritiene che le vittime siano tutte dipendenti del ristorante. Il bilancio avrebbe potuto essere molto più drammatico se non fosse stato il giorno di chiusura del locale. Gli inquirenti stanno valutando tutte le piste, ma è probabile un coinvolgimento della criminalità organizzata, infatti il proprietario del ristorante, Kenichi Inagawa, è sospettato di far parte di una famiglia della Yakuza, la mafia giapponese. L’esplosione potrebbe quindi essere un ulteriore episodio di quella catena di regolamenti di conti tra cosche rivali che ha recentemente insanguinato la capitale.

     Mike D’Angelo stava rovistando nel frigo-bar della sua camera d’albergo. Sembrava cercare con la stessa foga di un cane che scava nella terra per recuperare un osso sepolto. Alla fine, senza aver cavato un ragno dal buco, strinse alla vita la cintura dell’accappatoio e sbottò deluso: «È possibile che non sia rimasta neppure una bottiglietta di whisky?»
     Andrew Piasecki, che era seduto con le gambe distese sul letto e la schiena appoggiata al cuscino contro la spalliera, rispose: «Stanotte mi sono svegliato con la gola secca».
     «Solo una puttana come te poteva bersi l’ultimo whisky di nascosto!» disse Mike, sbattendo con violenza lo sportello del frigo.
     «Come siamo permalosi!» replicò Andrew, mentre continuava a limarsi le unghie con noncuranza. «Questa notte mi chiamavi con nomi molto più carini».
     Al ricordo della notte precedente, Mike addolcì il tono e si scusò: «Perdonami, amore, ho sete e sono nervoso per il lavoro di stasera. Non capita tutti i giorni la possibilità di potersi ritirare».
     «Ti capisco, e lo sai che non potrei mai tenerti il broncio. Per dimostrarti che ti ho perdonato, ti lascio usare il bagno per primo» disse Andrew sorridendo.
     Rassicurato, Mike si tolse l’accappatoio, entrò nel box-doccia e aprì il getto d’acqua.
     Andrew nel frattempo, posata la limetta sul comodino, si era alzato, aveva estratto una grossa valigia dall’armadio e l’aveva aperta sul letto. Al suo interno c’erano alcune armi da fuoco. Imbracciò un fucile a canne mozze e ne verificò il funzionamento facendo scorrere più volte il meccanismo di...

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racconti,
thriller
Comments: 0 | Views: 850Last Post by: TETRACTYS (13/5/2011, 00:31)
 

B_NORM    
view post Posted on 23/2/2011, 01:40 by: TETRACTYSReply
 

Thriller-zen, 7722 caratteri, versione 1.0


IO RINASCERÒ...
di
Leonardo Boselli



     Un vento gelido soffiava a raffiche tra gli scheletri degli alberi e sollevava mulinelli di neve. L’odore dei lupi, che lo inseguiva da ore, diventava sempre più intenso: lo poteva percepire con chiarezza, acre e selvatico, nell’aria resa pura dal freddo. Ormai non si preoccupavano più di rimanere sottovento.
     Affondava continuamente nella neve; i suoi movimenti erano lenti e ogni passo gli provocava dolori lancinanti. Aveva perso troppo sangue.
     Si guardò intorno. Scrutò tra i rami e i cespugli secchi, nella foschia che aleggiava sulla neve, ed eccoli! Nella penombra del crepuscolo, tra i tronchi in letargo, si delinearono le sagome di lupi famelici che ansimavano fiutando le sue tracce.
     Il suo ultimo passo affondò nella morsa gelata della neve fresca. Non sapeva se sarebbe riuscito a trovare la forza per liberarsi ancora una volta.


     Il fuoristrada s’inerpicava con rapidità lungo la strada di montagna. Il sergente Wang si divertiva a scalare le marce e ad affrontare con decisione ogni tornante di quell’interminabile salita, mentre il caporale Xian sentiva crescere un forte senso di nausea.
     «C’è ancora molto?»
     «No, ormai siamo arrivati».
     I boschi della regione erano piuttosto fitti, ma a tratti si aprivano ampie radure illuminate dal sole.
     Il sergente arrestò il veicolo lungo il ciglio della strada accanto a un cartello che indicava la distanza dal confine di stato: un chilometro.
     «Ecco, l’elicottero lo ha perso in questo punto».
     Il caporale ne approfittò per scendere e si ritrovò a un passo dal precipizio. Il senso di vertigine che provò nel vedere la parete a picco sotto di sé gli prese lo stomaco: trattenne a stento un conato.
     «È una vista che toglie il fiato, non è vero?» commentò divertito il sergente, poi estrasse il suo fucile di precisione dal bagagliaio e se lo mise a tracolla.
     Il caporale respirò ampie boccate d’aria fresca. Dopo essersi ripreso, imbracciò a sua volta il fucile e seguì il sergente inoltratosi nella boscaglia.
     «Qui ci sono delle tracce fresche».
     I rami spezzati segnalavano il passaggio di un uomo, o di un animale di piccola taglia, mentre la linfa indicava che la rottura ...

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Tags:
racconti,
thriller,
zen
Comments: 0 | Views: 56Last Post by: TETRACTYS (23/2/2011, 01:40)
 

B_NORM    
view post Posted on 25/11/2010, 16:18 by: TETRACTYSReply
 

Thriller, 7480 caratteri, versione 1.2


Dodici minuti
di
Leonardo Boselli



     «Dodici, Mike. Mancano dodici minuti.»
     La voce angosciata di Robert mi ricorda che il tempo sta passando inesorabile, ma lo so bene: il timer è di fronte a me e i suoi led rossi contano ogni maledetto secondo, a ritroso.
     Undici minuti e cinquantasette.
     Le mie mani ricominciano a tremare. Devo calmarmi, svuotare la mente, ma quella bomba assorbe tutti i miei pensieri, e le mie mani tremano. Quando avevano iniziato? Tanti anni fa, ma quando esattamente?
     Ora non lo so più, ma ricordo con precisione il momento in cui quest’ultima bomba è entrata nella mia vita. Ero a letto. Sì, ero steso sul letto, ma non dormivo; fissavo i led rossi della sveglia che contavano lenti i minuti.
     Erano le cinque e cinquantasette. Ancora un’ora e tre minuti e avrebbe suonato, avrebbe svegliato Susan che si sarebbe voltata dall’altra parte, mentre io mi sarei alzato. Ma erano ancora le cinque e cinquantasette, la sveglia era muta, mentre suonò il cellulare: era un’emergenza, di quelle da saltare giù dal letto, infilarsi i pantaloni e scordare di farsi la barba.
     «Mike, se non te la senti, subentro io» mi dice Robert senza convinzione. Lo fa per scuotermi e non gli rispondo. Non può fare meglio di me; quel congegno è troppo complicato. Nessuno può. Noi due siamo qui solo perché qualcuno deve starci: qualcuno deve far compagnia alla bomba.
     Ho svitato la copertura e ora vedo i cavi di dodici detonatori distinti, comandati da circuiti ridondanti. La sola cosa che impedisce loro di esplodere è il timer, che continua senza sosta il suo conteggio: undici minuti e venticinque, dice.
     Gli inneschi si inseriscono in dodici placche pentagonali di esplosivo al plastico che formano un dodecaedro. All’interno di quel solido è contenuta la bomba vera e propria: un nucleo di plutonio, una maledetto ordigno atomico sfuggito da chissà quale arsenale, una dannata testata nucleare al centro di Manhattan.
     «Undici minuti» dice Robert. Poi per parecchio tempo tace, o meglio farfuglia. Sta pregando.
     Fa bene. Forse pregare è davvero l’unica cosa che resta da fare. In undici minuti non puoi andare lontano nelle strade intasate di una città impazzita. Sì, perché le brutte notizie si spargono in fretta: io ne venni a conoscenza alle sei e quarantadue, ora della costa est.
     ...

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corti,
thriller
Comments: 0 | Views: 53Last Post by: TETRACTYS (25/11/2010, 16:18)
 

B_NORM    
view post Posted on 21/9/2010, 17:46 by: TETRACTYSReply
 

Thriller, 19993 caratteri, versione 1.0


OGNI DIECI SECONDI
di
Leonardo Boselli



     Mike Wilson era seduto al tavolo della cucina e stava pulendo la sua pistola d’ordinanza, una Beretta 90two. Dopo averla smontata, lubrificò con cura le guide di scorrimento e le sedi delle parti mobili del carrello; poi versò qualche goccia di solvente e passò più volte uno scovolo nell’anima della canna.
     «Sembri mamma quando lava le orecchie a Tommy» disse Jennifer ridendo.
     Mike si voltò e vide sua figlia che lo stava osservando. «Jenny, credevo che fossi in camera tua».
     «È quasi ora di cena e devo preparare».
     «Allora tolgo subito il disturbo» disse, e rimontò in fretta l’arma: sua moglie non voleva che maneggiasse la pistola quando c’erano i figli in giro. Terminato l’assemblaggio, inserì i proiettili nel caricatore.
     Jennifer, che aveva osservato con attenzione tutti i pezzi sparsi sul tavolo, chiese: «Papà, perché quella pallottola ha la punta rossa?»
     «Questa? Perché è a salve; vuol dire che fa solo tanto rumore».
     «So cosa significa, ma se non è pericolosa, a che ti serve?» chiese ancora più incuriosita.
     «A fare tanto rumore» ripeté Mike sorridendo, e inserì quell’ultimo proiettile nel caricatore. «Dai, prepara la tavola. Tra poco la mamma sarà qui», e le scompigliò la frangetta bionda con una mano.
     Lei si ritrasse e protestò: «Papà, smettila! Non trattarmi come una bambina, non la sono più da un pezzo», ma per lui era inconcepibile che la sua Jenny avesse già quindici anni.

*    *    *

     Jim Daniels era seduto a gambe incrociate sul suo letto. Stava tentando di studiare storia da un’ora, ma capì che non avrebbe mai superato il test fissato per il giorno dopo, così scagliò il libro sul pavimento; quindi prese un fagotto che aveva nascosto nel cassetto del comodino e lo aprì. Di fronte a lui, sul fazzoletto disteso, era appoggiata una pistola, una Beretta 92, con due caricatori da dieci colpi. Era bellissima, a parte l’abrasione del numero di serie.
     Passò le dita sul calcio, poi lo impugnò, inserì con decisione uno dei caricatori e fece sco...

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racconti,
thriller
Comments: 0 | Views: 70Last Post by: TETRACTYS (21/9/2010, 17:46)
 

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